Mathieu Mercier è l'artista emergente e più
celebrato di Parigi. A soli 33 anni ha vinto il premio Marcel
Duchamp 2003 per le sue opere provocatorie e piene di humor,
ma si era già fatto notare negli anni '90 per le sue realizzazioni
ispirate alle attività del tempo libero e per il suo servirsi
del mezzo artistico per esprimere tutta la sua ironia, attraverso
le sue sculture e le installazioni, sulle abitudini domestiche tipiche
del nostro tempo e sulle caratteristiche del consumo di massa.
Fino al 9 febbraio
il Centre Pompidou ospita una sua installazione.
Marcel Duchamp nasce a Blainville (Rouen) nel 1887.
Comincia a dipingere a 15 anni, influenzato dalla tecnica degli
impressionisti. Nel 1904 si trasferisce a Parigi, dove frequenta
per qualche tempo l'Académie Julian. Ma, annoiato, la abbandona
quasi subito.
Negli anni dal 1906 al 1910 le sue opere mettono in evidenza di
volta in volta le influenze del momento: Manet, Bonnard e Vuillard,
e per finire il Fauvismo. Nel 1910 dopo aver conosciuto per la prima
volta le opere di Paul Cézanne, abbandona definitivamente
l'impressionismo e Bonnard. Per un anno Cézanne e il Fauvismo
diventano i suoi riferimenti stilistici.
Negli anni 1911 e 1912 dipinge tutte le sue più importanti
opere pittoriche: Ragazzo e ragazza in primavera, Giovane triste
in treno, Nu descendant un escalier nº2, Il re e la regina,
circondati da nudi veloci, Il passaggio della vergine alla sposa.
Nel 1913, all'Armory Show di New York, Nu descendant un escalier
nº2 è l'opera che suscita maggior scandalo. Esaurite
le possibilità esplorative con la pittura, inizia a lavorare
al Grande vetro. Nascono anche i primi "ready-made", oggetti
d'uso comune dotati di statuto artistico, tra cui la celebre Ruota
di bicicletta e la Fontana, una replica di un orinatoio
in porcellana, acquistato dall'artista nel 1917 da un idraulico
di New York. L'oggetto in questione voleva essere un esempio di
rimozione di un elemento dal suo contesto abituale per inserirlo
in uno nuovo e inconsueto.
Nel 1915 si trasferisce a New York, dove, tra gli altri, conosce
Man Ray. Viaggia prima a Buenos Aires, poi a Parigi, dove incontra
tutti i principali esponenti dell'ambiente dadaista, che di lì
a qualche anno daranno vita al surrealismo.
Nel 1920 è di nuovo a New York. Insieme a Man Ray e Katherine
Dreier fonda la Société Anonyme. Assume lo pseudonimo
di Rose Sélavy. Si cimenta con la fotografia sperimentale
e i lungometraggi e realizza i primi "dischi ottici" e
le "macchine ottiche".
Dal 1923, anno in cui comincia a dedicarsi professionalmente al
gioco degli scacchi, abbandona quasi completamente l'attività
artistica che riprende nel 1936, quando partecipa alle mostre del
gruppo surrealista a Londra e a New York. Comincia a progettare
la Boite en válise, una raccolta portatile delle riproduzioni
delle sue opere più significative.
Nel 1942 torna nuovamente negli Stati Uniti, dove si dedica soprattutto
alla sua ultima grande opera, Étant donneés: 1.
la chute d'eau, 2. le gaz d'éclairage (1946-1966). Nel
1954 muore l'amico Walter Arensberg, e la sua collezione viene donata
al Philadelphia Museum of Art. Ne fanno parte ben 43 opere di Duchamp,
tra cui gran parte delle opere fondamentali. Nel 1964, in occasione
del cinquantesimo anniversario del primo "Ready-made",
con Arturo Schwarz, realizza un'edizione numerata e firmata dei
suoi 14 più rappresentativi Ready-made. Muore a Neuilly-sur-Seine
nel 1968.
Il Centre Pompidou al Beaubourg di Parigi.
Nel 1969, Georges Pompidou decise di dar vita ad un importante centro
culturale, nell'area chiamata "plateau Beaubourg".
Il progetto vincitore del concorso internazionale fu quello di Renzo
Piano e Richard Rogers. L'edificio, una "macchina urbana"
come è stato spesso definito, si innalza nel centro della
città, tra il quartiere di Les Halles e il Marais e occupa
un'area di centomila metri quadrati. Gli ultimi tre piani sono occupati
dal Museo Nazionale di Arte Moderna.
A 28 anni dalla sua creazione, il Centre Pompidou continua ad
essere uno dei luoghi più visitati di Parigi ed una delle
strutture museali più frequentate del mondo.
Caterina Falomo
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