Creatività lessicale, rappresentazioni teatrali,
melodie e cacofonie, ritmo vertiginoso : sono
questi gli ingredienti che sembrano comporre le "poesia in
movimento" del gruppo di Boxon, rivista letteraria nata nel
novembre 1997 dal desiderio di diffondere una poesia dalle pratiche
sperimentali, estranea ai circuiti di diffusione istituzionalizzati.
Il nome del collettivo "Boxon" sembra voler indicare
al lettore attento il "credo poetico" dei suoi creatori.
Il termine potrebbe infatti essere tradotto in modo abbastanza preciso
con l'italiano "casino": in francese corrente,
"Boxon" possiede infatti il significato primo di "bordello"
- luogo di dissoluzione e sregolatezza - e in secondo luogo quello
traslato di "confusione".
Caos, disordine e provocazione costituiscono dunque gli elementi
caratterizzanti del prolifico collettivo, nato nel 1997,
originariamente costituito da quattro membri - Gilles Cabut,
Julien D'abrigeon, Gilles Dumoulin, Jean-luc Michel - studenti
lionesi, in totale disaccordo con l'idea convenzionale del poeta
compassato.
Con il passare del tempo, il collettivo ha coinvolto via via nuovi
membri: Christel Hugonnaud e Cyrille Bret a partire dal 1998,
Georges Hassomeris nel 1999, Cosima Weiter et Thomas Braichet nel
2001. Nove autori poliedrici e dalle pratiche ed estetiche assai
diverse. Ad unirli, più che la comune passione per la
poesia sonora e visiva di Heidsieck, sembra essere il comune
disgusto per un modo di fare poesia superato, la volontà
di uscire da una pretesa poesia du sérieux, dall'atteggiamento
ieratico del Poeta Vate.
La rivista, così come il collettivo, non segue infatti una
rigida linea editoriale, ma cerca di dare voce ad un'idea letteraria
eterogenea e multiforme, che comprende poesia lineare, visiva, sonora.
Tuttavia, quello di Boxon è un modo di fare poesia che risulta
essere meno recente di quello che appare. È infatti a partire
dagli anni 50 che si sviluppano nuove tendenze poetiche, che affondano
le loro radici nelle avanguardie d'inizio novecento. A partire dagli
anni 50, Bernard Heidsieck fonda in Francia la poésie
sonore e, nel decennio successivo, la poésie
action.
Si tratta di un modo innovativo di fare poesia che non è
più fondato esclusivamente sulla pagina, ma che si confronta
da vicino con l'idea di performance. Grazie ad Heidsieck, gli anni
sessanta vedono lo svilupparsi in Francia di questo genere al
limite tra arte e spettacolo che unisce saperi, tecniche, tecnologie
innovatrici, per rivoluzionare l'idea di poesia. Il concetto
di performance, di una rappresentazione quasi teatrale, rimane nucleo
centrale anche nella produzione artistica del gruppo di Boxon, spinto
dalla volontà di una parola che sia prima di tutto pronunciata,
parlata, letta ad alta voce.
Se la poesia sonora gioca, da un lato, sui rapporti di senso creati
dall'incontro testo/suono, quella visiva si sviluppa invece
attorno ad un'altra complessa relazione, quella tra testo
e immagine, che conta una lunga catena dialettica a partire
già dalla poesia latina.
La poesia visiva di Boxon si avvale tuttavia delle nuove tecnologie
a disposizione dell'artista-scrittore: strumenti quali il computer,
il video, i pannelli luminosi e gli ologrammi,
alla ricerca di una poesia di impatto immediato in cui i circuiti
di senso e significato si moltiplicano continuamente.
Un gioco post-avanguardistico che sembra voler costruire
l'anello mancante nella catena dialettica che lega la scrittura
e l'immagine pittorica, fotografica, cinematografica.
Non si tratta tuttavia solamente di uno sterile gioco: la rivista
Boxon vede come fondatori ed affiliati dei veri e propri obsédé
textuels, ossessivamente attenti allo stile, alla scelta delle
parole, alla forma (stilistica e grafica), al layout della pagina.
Nella produzione di Boxon abbondano i giochi di parole, la
creatività lessicale e le espressioni fortemente
idiomatiche, che sfruttano la vasta gamma di omofoni offerta
dalla lingua francese, che permette grande libertà e possibilità
di innovazione linguistica e stilistica.
Per i creatori di Boxon l'idea del poeta che declama poesie seduto
in cattedra con un triste bicchiere d'acqua accanto, è decisamente
superata.
La poesia azione "pretende" ad ogni costo il coinvolgimento
attivo del suo pubblico.
Ilaria Vitali
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